Roccacolonnalta, di origine crociata?
IL CASTELLO DI ROCCACOLONNATA, O COLONNALTA, E’ FORSE DI ORIGINE CROCIATA ?
(Ordine dei Cavalieri dell’Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme?)
Negli anni ’70 quando Padre Giacinto Pagnani effettuava le ricerche nei vari archivi storici delle Abbazie e quelli Comunali, sia delle Marche che di altre Regioni italiane, per stilare la storia di Sarnano, molte volte parlando del castello di Roccacolonnalta mi diceva che questa Rocca poteva essere stata costruita con delle caratteristiche tipologiche dell’architettura Crociata. Mi confermava che qualcuno degli antenati della famiglia Brunforte (Mainardi – Offoni) aveva partecipato alle prime Crociate in Terrasanta, notizia rilevata in qualche documentazione manoscritta medievale, senza precisarmi quale.
Da indagini storiche approfondite fatte dal prof. Rossano Cicconi su Roccacolonnalta di cui alla pubblicazione relativa, si rileva che il castello non viene citato nella divisione dei beni di Fildesmido da Mogliano del 1244 quando lascia le proprietà della montagna al nipote Rinaldo. Quindi il castello non apparteneva ai Brunforte in questo anno ma sicuramente esisteva il castello, la fortificazione. Nel 1273 l’area con il castello è in mano a Rinaldo (il vecchio) di Brunforte poiché ne denuncia la distruzione nel 1265 da parte dei Ginesini, di conseguenza o è una sua proprietà o è soggetto ad una sua influenza. In altro documento del 1278 si riconosce la piena proprietà del castello a Rinaldo Brunforte.
La forma del castello visibile ai nostri giorni, potrebbe essere nata molto prima che questo diventasse a metà del XIII secolo effettiva proprietà dei Brunforte. Se la forma con le torri circolari fosse stata realizzata dai Brunforte, dopo il 1244, ne avremmo avuto una documentazione scritta, come tutte le notizie a loro relative dopo questa data nella diatriba sulla proprietà con il Comune di San Ginesio.
L’edificio con torri circolari quindi potrebbe essere una ristrutturazione del castello preesistente e di proprietà dei Conti Offoni, affini dei Mainardi. La zona era di proprietà degli Offoni fin dal 1045 quando il conte Bernardo Offoni concede al Monastero di S. Michele di Pian di Pieca, una parte di selva montana e mulino in “Valle Colonnari”, (Cicconi). La primitiva fortificazione poteva essere una torre con recinto di tipo curtense, si trasforma nei secoli nella forma del castello attuale.
Se guardiamo la pianta dell’edificio, la cui definizione è stata possibile dopo i restauri degli anni 2004-2008, possiamo notare che l’edificio centrale era costituito da una torre quadrata scarpata alla base su tutti e quattro i lati, ed un sistema di muri che si dipartivano più o meno ortogonalmente da questa ma con forma alquanto irregolare. La torre quadrata era stata costruita inglobando sullo spessore del muro una preesistenza, un vano rettangolare con volta a botte in pietra, posto alla base della torre e della quale ne occupa tutto lo spessore del muro e della scarpa. Questo vano doveva appartenere ad un qualche edificio fortificato ancora precedente.
In sintesi dagli scavi condotti fino ad ora il complesso Roccacolonnalta, risulterebbe costituito da:
una prima fase quella del vano voltato in pietra calcarea sbozzata (ora alla base della torre scarpata), esso stesso probabile parte di una torre in pietra con recinto, precedente al X secolo o ancora prima;
una seconda fase, quella della torre scarpata su quattro lati, ricostruita sopra al suddetto vano, con relativi vani e murature adiacenti di complemento, che costituivano la parte più elevata e centrale, intorno una prima cinta muraria esterna in pietra calcarea squadrata;
terza ed ultima fase quella dello schema qudrilatero dell’edificio centrale con la nuova cortina muraria contenente le torri circolari piene, e magari con il completamento o ampliamento o restauro della prima cinta esterna a torri quadre.
Allo stato attuale il complesso Roccacolonnalta si presenta con una cinta muraria esterna con torri quadrate sporgenti dalla cortina, (circa trenta metri sono state evidenziate con gli ultimi lavori di restauro, il resto è interrato) e da due profondi fossati contrapposti a nord e sud. Al centro un edificio rettangolare di circa 800 mq, con torri circolari agli angoli e piccole torri sui lati corti e sul lato lungo verso est. L’accesso alla prima cinta muraria è ipotizzabile tramite un passaggio a ponte sul fossato a nord al quale si doveva accedere attraverso una torre barbacane (resti di muri in arenaria affioranti in loco) posta sul lato nord al termine della strada ben delimitata a monte e a valle da pietre in arenaria sporgenti dal piano di campagna che proveniva dalla pianura di Pian di Pieca verso Morico. (vedere i disegni allegati: rilievo delle emergenze e la ricostruzione possibile).
Credo che Roccacolonnalta fosse stata dei Brunforte, quelli di Sarnano per intenderci, come il loro castello del monte Morro, solo per un periodo molto limitato e questo potrebbe essere giustificato anche dalla continua rivendicazione di proprietà del Comune di San Ginesio, che già nel 1265 sembra avesse attaccato e in parte distrutto questo castello rivendicandone poi la proprietà.(Cicconi) Le rivendicazioni saranno continue anche negli anni successivi finché il Comune di San Ginesio non lo acquisterà definitivamente nel 1330 mettendo fine alle controversie con i Brunforte. Forse i Brunforte hanno acquisito Roccacolonnalta a metà del secolo XIII mentre prima è stata sempre proprietà degli Offoni, quelli della concessione del 1045. In conclusione i Brunforte sono stati proprietari della Rocca solo per una sessantina di anni, ben poco per essere intervenuti architettonicamente.
Nel 1664 Il comune di San Ginesio, essendo la Rocca completamente abbandonata ne autorizza l’uso dei materiali per il restauro della chiesa di S. Maria di Pieca. Per questo motivo tutta la prima cinta muraria esterna è ridotta a pochi metri in elevato rispetto alla fondazione. Anche la vicina frazione Rocca è stata costruita utilizzando il materiale del vicino castello e questo a detta degli abitanti della frazione fino ai primi anni cinquanta, quando rotolavano le pietre dalla parte a monte della Rocca fino al campo pianeggiante sottostante per poi trasportarle con i carri nella vicina frazione. Per futura memoria le parti distrutte della torre nord-ovest verso Coldipietra sbrecciature ben definite comprese, è dovuto al gioco di militari durante l’ultima guerra che sparavano con artiglierie più o meno consistenti, dalla collina di Coldipietra su questa torre, usata come bersaglio, tanto per passare il tempo. (notizie dovute agli abitanti della frazione Rocca che non mi hanno specificato la bandiera dei cannoneggiatori che potevano essere di qualsiasi colore)
Tutto ciò detto, confrontiamo la tipologia di Roccacolonnalta con quella dei castelli della Terrasanta, del periodo delle Crociate e specialmente con il Krak dei Cavalieri in Siria. Questo castello fu conquistato dai Crociati e donato ai Cavalieri dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, intorno agli anni 1150. Appena entrati in possesso, gli Ospedalieri eseguirono notevoli lavori di fortificazione sia alle mura interne che alla prima cinta esterna, lavori che durarono molti anni.
Il Krak dei Cavalieri si presenta costituito da una prima cinta muraria esterna alla quale si accede tramite un ponte sul fossato esterno, ed un edificio interno con torri circolari e muri a scarpa. Forse il confronto è esagerato dal punto di vista dimensionale perché questo è molto più esteso tanto da contenere circa 2000 armati, (30.000 mq il Krak, 3000 la Rocca) ma le foto giustificano l’ipotesi che tale modello possa essere stato introdotto in Italia negli anni ‘70 del XIII secolo dagli Offoni, quando qualcuno della famiglia tornato dalle crociate, ha utilizzato questo modello per una ristrutturazione del castello di Roccacolonnalta.
Mettendo a confronto i due castelli, anche soltanto un confronto visivo prima che tipologico, troviamo delle assonanze e delle caratteristiche molto simili, anzi esageratamente e stranamente simili a parte la dimensione. Non che Roccacolonnalta potesse essere stata costruita o di proprietà dell’Ordine dei Templari o degli Ospedalieri, visto che non ci sono documentazioni conosciute, ma sicuramente la sua architettura ne ricorda molto la tipologia anche se con dimensioni molto più piccole, si potrebbe dire che chi ha ricostruito Roccacolonnalta ha copiato lo schema del Castello Siriano, oppure il contrario, come afferma la tesi dell’Architetto Medardo Arduino.
Dal punto di vista strettamente tipologico-architettonico, l’impianto di Roccacolonnalta può essere riferito perfettamente alla tipologia crociata del XII-XIII secolo. A tal fine si può far riferimento al libro: “L’Ordine Templare nel Lazio Meridionale” dove c’è un saggio introduttivo intitolato “ L’insediamento Militare Templare. Una verifica tipologica” del professor Antonio Cadei. professore all’ Università La Sapienza di Roma.
In questo saggio viene messo in evidenza lo schema del castello quadrilatero degli ordini Militari in Terrasanta, tipologia poi importata in Europa.
Rocca, Torri e scarpa Est |
Krak dei Cavalieri, Siria |
Rocca |
Krak dei Cavalieri |
Rocca |
Krak dei Cavalieri vista generale |
Rocca Colonnalta |
Ipotesi ricostruttiva
Roccacolonnalta è costituita da una cinta muraria esterna in pietra calcarea con torri quadrate sporgenti dalla muratura, e all’interno il castello o rocca geometricamente definito con forma rettangolare,, torri circolari agli angoli e sulla cortina perimetrale con muri a scarpa. L’ingresso anche qui come nel Krak, avveniva tramite la prima cinta di mura attrverso un ponte sul fossato esterno del lato nord, ponte faceva capo ad un barbacane sulla sommità del fossato al quale si arrivava tramite una strada pavimentata proveniente da Pian di Pieca. I resti di questa via sono presenti nel bosco della Comunanza di Vallato, come pure le tracce in pietra arenaria sbozzata del Barbacane sul fossato.
Che roccacolonnalta sia la conseguenza di una energica ristrutturazione o ricostruzione di un preesistente fortilizio con schemi precisi, lo si percepisce immediatamente osservando il mastio asimmetrico rispetto alla pianta del castello con la parte di scarpa verso est tagliata per fare posto ad un disegno geometricamente più regolare quasi simmetrico contenente le torri circolari. La cortina muraria perimetrale si qualifica per la presenza di 12 torri circolari piene, ed è ben isolata dalla muratura interna, in pratica è come se ci fosse un giunto tra il muro perimetrale e i muri interni i quali non sono incastrati in continuità con la nuova cortina. Il muro verso ovest non è stato rifoderato come invece quelli sugli altri tre lati, infatti non presenta torri circolati a parete. La muratura è quella della fortificazione precedente alla ristrutturazione a torri circolari.
I muri perimetrale dell’edificio centrale di Rocacolonnalta sono realizzati con cortine esterne allo spessore con pietra calcarea squadrata e di raffinata fattura con all’interno le scaglie di pietra risultanti dalla lavorazione dei conci esterni legate con malta di calce di rilevante consistenza. Le pietre delle torri circolari, venivano montate sbozzate, poi geometricamente rifinite in loco utilizzando le scaglie di risulta legate a calce come materiale di riempimento interno. Le cortine murarie in media hanno uno spessore di cm 160-180, mentre tutte le torri sono piene.
L’architettura crociata è anche caratterizzata da tanti simbolismi che essa conteneva, simbolismi che potremmo ritrovare anche nella Roccacolonnalta, specialmente nella massa architettonica interna. La rocca si caratterizza con dodici torri circolari di pregevole fattura specialmente nell’innesto con i muri di scarpa; dodici come il numero degli Apostoli. Non solo, quattro di queste sono poste ai quattro angoli del castello quattro torri molto più grosse delle altre con una gerarchia ben più importante si potrebbero definire portanti l’intera Rocca. E’ facile accostare questo numero di quattro torri circolari ai quattro Evangelisti che sommate alle altre otto ricordano il numero degli Apostoli di Gesù, 12. Le altre otto infatti sono tutte uguali di misura e probabilmente saranno state anche di altezza. Quattro e otto numeri molto facilmente riferibili alla dialettica e simbologia crociata. Queste torri circolari, oltretutto piene, non sono necessarie strutturalmente, non costituiscono rinforzi o irrigidimenti a spinte interne, escluse le quattro torri d’angolo il resto è simbolismo e raffinata decorazione.
22 luglio 2013
Giuseppe Gentili